Nella classifica della pietà che suscita la sofferenza, il cane supera l’uomo, battuto solo dal cucciolo d’uomo. E’ quanto risulta da una ricerca su 240 studenti presentata dall’American Sociological Association a New York. I partecipanti hanno ricevuto un articolo a caso tra quattro dove i protagonisti avevano subito una violenza: un bimbo di un anno, un adulto trentenne, un cucciolo e un cane di 6 anni. Le storie erano identiche, tranne che per la natura della vittima. I risultati sono dovuti al fatto che l’età della vittima è considerata la componente più importante nell’impatto emotivo verso le vittime di una violenza e un cane adulto viene visto come un creatura dipendente e vulnerabile, non diversa da un cucciolo o da bambino.
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