Violenza contro gli animali

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Chi li vizia, li considera parte della famiglia, li coinvolge in attività sportive da svolgere a sei zampe che contribuiscono ad aumentare l’intesa con il proprio amico a 4 zampe, e chi invece li sfrutta o addirittura li maltratta. Marco Strano, psicologo e criminologo, esperto in materia di reati contro gli animali, affronta con noi uno dei temi più caldi nel rapporto fra uomini e animali: la violenza della specie umana contro le altre specie animali. Descrive il profilo psico-criminologico di chi attua tale violenza contro gli animali, sottolineando il fatto che <<è più portato a trasferire la stessa violenza anche contro gli esseri umani. Non solo. Dietro questo genere di reato si annida spesso un business enorme, anche se spesso mimetizzato e non facile da riconoscere>> spiega Strano. <<Sullo sfruttamento degli animali hanno messo l’occhio da tempo anche organizzazioni criminali di vario genere dalle più piccole e poco strutturate a quelle di tipo mafioso profondamente radicate nel territorio e con efficaci collegamenti internazionali che sempre più spesso sfruttano gli animali per i loro traffici illeciti. L’utilizzo di cani imbottiti di droga dalle organizzazioni di narcotrafficanti rappresenta un elemento esemplificativo in tal senso così come lo svolgimento di combattimenti di cani e le corse di cavalli per le strade del sud-Italia. Ma dietro a questi crimini possono presentarsi delle motivazioni decisamente non economiche come la vendetta nei confronti del proprietario dell’animale o spinte che trovano spiegazione sul versante della psicopatologia che si annida talvolta anche in individui “insospettabili”>>. Marco Strano è presidente dello Study Center for Legality Security and Justice nonché ideatore, promotore e presidente del progetto “Alla Radice della Violenza di Specie” tradotto in un manuale operativo per Forze dell’Ordine, magistratura, operatori delle associazioni di tutela degli animali.
<<Chi maltratta un animale è un soggetto che ha un certo spessore criminale>> spiega Strano. <<Fino a qualche anno fa questo era un aspetto sottovalutato. Negli ultimi anni invece in tutto il mondo si è iniziato a studiare il profilo di chi commette tali crimini. A partire dal caso di maltrattamento classico: l’abbandono di un animale. Si è capito che chi compie questo gesto ha una scarsa capacità di gestire la propria emotività. Nella maggior parte dei casi, fa fatica a rendersi conto di quello che fa e non sa immedesimarsi nella sofferenza altrui>>.

Intervista realizzata da Guido Zamboni

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